sabato 21 gennaio 2012

The Believer

Per la Giornata della Memoria la redazione di Recencinema ha curato degli speciali sulle più belle pellicole concernenti l'Olocausto.
Io ho partecipato con uno speciale su questo film che mi ha colpito particolarmente nella mia adolescenza e tuttora rimane uno dei miei film preferiti, per intensità narrativa e d'interpretazione.
Qui di seguito vi propongo una mia recensione del film nel suo complesso, lo speciale invece lo troverete a questo indirizzo: http://www.recencinema.it/parliamo-di/67-grandi-personaggi-del-cinema/2105-danny-balint

The Believer è un film del 2001, che racconta di Daniel Balint, giovane neonazista, violento e feroce che nasconde un segreto: le sue origini ebraiche.

E' un film forte e controverso, così come il suo protagonista.
Daniel è estremamente intelligente e colto, esprime efficacemente le sue idee, votate a far riemergere nel partito neonazista quella componente razziale estremamente violenta e crudele che in passato ha portato all'Olocausto e ai campi di concentramento.


L'altro suo essere, quella componente genetica che Danny cerca a tutti i costi di reprimere e disconoscere, ci viene presentata attraverso i flashback che ci fanno conoscere un Daniel adolescente che crea caos e disagio nella sua classe, dalla quale successivamente viene cacciato (video).
In questi ricordi che affiorano dalla mente del Danny adulto possiamo già cogliere l'incredibile intelligenza e acutezza del Danny ragazzo, che non riesce ad accettare i dogmi che la sua religione gli impone senza farsi domande. Molto interessante l'analisi psicologica che intraprende su Abramo ed Isacco nel famoso episodio del sacrificio.
E' tuttavia durante il primo incontro con il padre che ci accorgiamo di qualcosa che stona nella figura di Danny. Sebbene sia un fervente credente nei suoi ideali, smette i suoi panni fascisti, spogliandosi della t-shirt con la svastica che ha sempre indosso, per sedersi a mangiare accanto al padre malato, intrattenendo con lui una semplice ma commuovente conversazione sui programmi televisivi.
E' qui che ci si rende conto che la figura di Danny è ancora più complessa di quanto potessimo aver immaginato all'inizio.

Seguiamo il personaggio attraverso una sorta di doppio viaggio di formazione.
Nel primo Danny si troverà finalmente a contatto con la più radicale fazione neonazista e riuscirà a progettare e a mettere in atto quell'attentato che da tanto agogna, e ad essere più attivo in quel movimento da lui tanto promosso.

Nel secondo, invece, c'è il riavvicinamento alle sue origini, favorito dalla conoscenza di Carla, di cui Danny si innamorerà quasi  subito, figlia di un'attivista neonazista, di cui però non condivide gli ideali. Carla esprimerà sempre più interesse per le origini di Danny, tanto da far sì che lui le insegni a leggere l'ebraico e la coinvolga nella vita della sinagoga, da lui stesso abbandonata da anni.

Abbiamo così la crescita e la maturazione di due parti ben distinte di Danny, due parti destinate inevitabilmente allo scontro.
Interessante a questo proposito è una scena in cui vediamo Daniel e i suoi compagni impegnati in un corso di sensibilizzazione, alternativa alla prigione per rissa, che si confrontano con reduci dei campi di concentramento.
Davanti a storie orribili, dalla crudeltà inaccettabile, i compagni di Daniel mantengono un distacco ironico e strafottente fino a quando un anziano che ha visto morire il proprio figlio di 3 anni davanti ai propri occhi non inizia a raccontare. La storia sembra aver presa sui neonazisti ma soprattutto su Danny, che al contrario degli altri, era stato attento fin dall'inizio.
Qui inizia fra il nostro protagonista e i reduci un dibattito feroce: Daniel non riesce a concepire, ad accettare la mancanza di reazione degli ebrei di fronte ai terribili soprusi nazisti.
E' un grande momento perchè tutti i tormenti di Danny, le sue angosce e anche le sue vergogne vengono fuori, tanto da cominciare ad instillare il dubbio nei suoi.

La maturazione definitiva di questi due IO coesistenti in Danny, culminerà proprio con l'attentato pianificato da Daniel stesso e i suoi di cui sarà l'unica vittima proprio il nostro protagonista, che finalmente, rivestendo i panni del suo popolo, accetta le sue origini, sacrificandosi per la sua gente.

Un grandioso Ryan Gosling ancora sconosciuto porta sullo schermo con grande intensità, forza e capacità questo personaggio difficile da amare e da comprendere, ma che riesce a guadagnarsi, a diritto, uno spazio nel cuore dello spettatore.

Fra i diversi premi, il film  ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundence Film Festival del 2001





3 commenti:

  1. ma miky!!! ci hai messo la fine!!! io volevo vederlo e non sapevo come finisse, ora lo so.. sicuramente vale la pena guardarlo, soprattutto dopo una recensione così ben scritta!
    un abbraccio forte e non ci dare più i finali!!

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  2. Lo so ma... la recensione non avrebbe avuto lo stesso impatto senza finale :-) Il film merita assolutamente di essere visto!!

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  3. Ho assegnato un premio al tuo blog! =) Guarda qui: http://wendynondovevacrescere.blogspot.com/2012/01/liebster-blog.html

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