venerdì 16 dicembre 2011

Le Idi di Marzo (2011)

Quelle speranzose ed entusiastiche premesse che un George Clooney davanti e dietro la cinepresa e un cast così ricco avevano dato in questi mesi si sono pienamente realizzate in una pellicola che a raccontarla perde già un pò del suo fascino.

Iniziamo dalla trama.
Stephen Meyers (Ryan Gosling) è un giovane pieno di ideali esperto in comunicazione con i media che lavora nell'entourage del governatore Mike Morris (George Clooney) che incarna tutto ciò in cui Stephen crede: è brillante, carismatico e crede in quei valori che possono davvero fare la differenza. E' l'uomo giusto, l'uomo che cambierà le cose.
Ma come presto lo stesso Stephen imparerà a proprie spese, il mondo della politica è corrotto ma soprattutto corrode chi ne fa parte, risvegliando un lato oscuro disposto a tutto per ottenere quello che è il suo scopo, anche se quello scopo è buono e giusto, e non esiterà ad usare i mezzi più bassi per raggiungerlo, come usare persone integerrime e sacrificare chiunque, per la causa.
Si assiste così alla graduale decadenza di quelli che erano stati gli ideali più forti, e delle persone che quegli ideali li avevano portati avanti a gran voce, in un rovesciamento di piani e di ruoli che travolge lo spettatore costringendolo continuamente a chiedersi come si potrà trovare rimedio a quello che sta vedendo.
Ryan Gosling e Paul Giamatti
Particolare: il film inizia e finisce con la figura di Stephen, emblema del cambiamento che il mondo politico può innescare in chi quel mondo lo vive.

Un cast straordinari dà vita a questa storia di uomini e di politica, regalandoci interpretazioni che non sorprende siano state ritenute degne di premiazione.
Ryan Gosling si riconferma per il pezzo da novanta che a tutti gli effetti è, dando intensità e credibilità a quei sentimenti così delicati quali sono la speranza in qualcosa, la disillusione, la disperazione, la fermezza e il cinismo che Stephen attraversa in un vortice verso il basso che sembra impossibile da evitare.
George Clooney lascia la scena al suo nuovo talento ritagliandosi quasi una parte marginale ma ovviamente fondamentale della storia dove il suo noto fascino ben si adatta all'immagine del politico nuovo e carismatico, con la speranza di cambiare il mondo. Ma anche lui non sarà immune da questa spirale di decadenza che sembra passaggio obbligato per raggiungere scopi tanto alti.
Philip Seymur Hoffman e George Clooney
Altri burattini di quel teatro che è la politica, Paul Giamatti e Philip Seymur Hoffman lasciano la loro impronta da grandi attori in ruoli difficile e complessi, carichi di quella profondità cinica che caratterizza chi ha già visto troppo.
Le grandi donne della pellicola sono Marisa Tomei, giornalista non esente da questo gioco di potere, e Evan Rachel Wood, bella e giovane stagista con un ruolo centrale e altamente drammatico.






giovedì 15 dicembre 2011

GOLDEN GLOBES 2012: Lista delle nominations

MIGLIOR FILM - DRAMMATICO

The Descendants

The Help

Hugo

The Ides of March

Moneyball

War Horse






MIGLIOR FILM - COMMEDIA/MUSICAL

50/50

The Artist

Bridesmaids

Midnight in Paris

My Week With Marylin





MIGLIOR REGISTA

Woody Allen e Owen Wilson sul set
Woody Allen (Midnight in Paris)

George Clooney (The Ides of March)

Michael Hazanavicius (The Artist)

Alexander Payne (The Descendants)

Martin Scorsese (Hugo)






MIGLIOR SCENEGGIATURA

Woody Allen (Midnight in Paris)

Michael Hazanavicius (The Artist)

George Clooney, Grant Heslov, Beau Willimon (The Ides Of March)

Steve Zaillian, Aaron Sorkin (Moneyball)

Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash (The Descendants)






Michael Fassbender
MIGLIOR ATTORE - DRAMMATICO

George Clooney (The Descendants)

Leonardo DiCaprio (J. Edgar)

Michael Fassbender (Shame)

Ryan Gosling (The Ides of March)

Brad Pitt (Moneyball)






Viola Davies in The Help
MIGLIOR ATTRICE - DRAMMATICA

Glenn Close (Albert Nobbs)

Viola Davies (The Help)

Rooney Mara (The Girl with the Dragon Tatoo)

Maryl Streep (The Iron Lady)

Tilda Swinton (We Need to Talk About Kevin)







Ryan Gosling
MIGLIOR ATTORE - COMMEDIA/MUSICAL

Jean Dujardin (The Artist)

Brendan Gleeson (Un polizziotto da Happy Hour)

Joseph Gordon-Levitt (50/50)

Ryan Gosling (Crazy, Stupid, Love)

Owen Wilson (Midnight in Paris)





Kristen Wiig
MIGLIOR ATTRICE - COMMEDIA/MUSICAL

Jodie Foster (Carnage)

Charlize Theron (Young Adult)

Kristen Wiig (Bridesmaids)

Michelle Williams (My Week With Marilyn)

Kate Winslet (Carnage)






Jonah Hill
MIGLIOR ATTORE IN UN RUOLO DI SUPPORTO

Kenneth Branagh (My Week With Marilyn)

Albert Brooks (Drive)

Jonah Hill (Moneyball)

Viggo Mortensen (A Dangerous Method)

Cristopher Plummer (Beginners)







Jessica Chastain
MIGLIOR ATTRICE IN UN RUOLO DI SUPPORTO

Bérénice Bejo (The Artist)

Jessica Chastain (The Help)

Janet McTeer (Albert Nobbs)

Octavia Spencer (The Help)

Shailene Woodley (The Descendants)





MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE

Le Avventure di TinTin

Il figlio di Babbo Natale

Cars 2

Il gatto con gli stivali

Rango






MIGLIOR SERIE TELEVISIVA - DRAMMATICA

American Horror Story

Boardwalk Empire

Boss

Il Trono di Spade

Homeland






MIGLIOR SERIE TV - COMMEDIA

Enlightened

Episodes

Glee

Modern Family

New Girl






Bryan Cranston
MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV - DRAMMATICA

Steve Buscemi (Boardwalk Empire)

Bryan Cranston (Breaking Bad)

Kelsey Grammer (Boss)

Jeremy Irons (I Borgia)

Damian Lewis (Homeland)






Claire Danes
MIGLIOR ATTRICE IN UNA SERIE TV - DRAMMATICA

Claire Danes (Homeland)

Mireille Enos (The Killing)

Julianna Margulies (The Good Wife)

Madeleine Stowe (Revenge)

Callie Thorne (Necessary Roughness)






Johnny Galecki
MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV - COMMEDIA/MUSICAL

Alec Baldwin (30 Rock)

David Duchovny (Californication)

Johnny Galecki (The Big Bang Theory)

Thomas Jane (Hung - ragazzo squillo)

Matt LeBlanc (Episodes)







Zooey Deshanel
MIGLIOR ATTRICE IN UNA SERIE TV - COMMEDIA/MUSICAL

Laura Dern (Enlightened)

Zooey Deshanel (New Girl)

Tina Fey (30 Rock)

Laura Linney (The Big C)

Amy Poehler (Parks and Recreation)


Queste le principali nominations... Appena mi sarà possibile posterò recensioni o quanto meno trame dei vari film in lizza e magari anche di qualche Serie Tv... 

Ma... Secondo voi chi vincerà??

In your opinion... who will be the winner?? Let me know!!

O.O... Again

OMG... 1000 contatti... mi fa quasi paura!! :-D WoOoOoW

OMG... 1000 contacts... I'm almost afraid of that!! :-D WoOoOoW

Grazie... Thanks... :-)

martedì 13 dicembre 2011

The Descendants (2012)

Ho avuto la fortuna di vedere questo film in anteprima, e per giunta presentato dal regista e sceneggiatore Alexander Payne, al Torino Film Festival da poco concluso.

Le paradisiache isole Hawaii ospitano una storia che di paradisiaco non ha nulla, è anzi molto terrena, dolente, sofferta ma anche ironica e divertente che ti fa entrare nella quotidianità spezzata di una famiglia che cerca il modo di sopravvivere al tragico.

La voce fuori campo del protagonista ci accompagna in questa storia che ruota attorno alla famiglia King che si trova ad affrontare uno degli avvenimenti più shoccanti e terribili che possano accadere: in seguito ad un incidente in barca la moglie e madre Elizabeth King entra in coma.
Matt King (George Clooney), avvocato schiavo del lavoro, convive con i suoi sensi di colpa per essere stato un padre e un marito assente, non conosce le sue figlie, che attraversano entrambe momenti difficili, e ora si ritrova a doverle crescere da solo.
Ma in lui permane la speranza di poter ancora sistemare le cose, di dare finalmente alla sua famiglia, a sua moglie, ciò di cui ha veramente bisogno, senza badare ai soldi o al lavoro.
Il tema del denaro, del capitale è costantemente presente per tutta la pellicola, accennato, nominato, bisbigliato ma è sempre presente. Sì, perchè i King fanno parte di quel gruppo di ormai poche famiglie che sono i discendenti (da qui il titolo) dell'antica aristocrazia bianca hawaiana che ancora ai giorni nostri detiene un discreto potere costituito principalmente da paradisiaci terreni ideali per hotel e resort.
Nonostante il capitale che detengono, questi Discendenti sono caratterizzati dall'aspetto di "vagabondi" (come sottolinea lo stesso Matt King nella presentazione del suo parentame) e da uno spiccato senso del risparmio: sono tirchi e questo contribuisce ad accrescere la loro fortuna. Questo è un aspetto fondamentale, poichè è la fonte principale dei rimorsi di Matt: non ha mai accontentato moglie e figlie come avrebbero voluto, ma ora spera di poter rimediare anche a questo.
Ma le sue speranze vengono infrante quando i medici gli comunicano la irreversibilità del coma della moglie e non solo: in base al testamento biologico di Elizabeth, presto la respirazione assistita e tutto ciò che ancora la tiene in vita verranno staccate così che lei possa morire in pace e naturalmente.
Il primo ostacolo che Matt si trova di fronte è comunicare la notizia a tutti: durante quasi tutto il film assistiamo a persone, come parenti e amici, che continuano a rassicurarlo che presto Elizabeth si riprenderà, perchè "lei è forte, è una che non si arrende e presto passerà anche questo", e Matt non li contraddice, non riesce a dire ad alta voce qual è la verità, a condividere il fatto che presto sua moglie non ci sarà più.
Matt King con le figlie Alex e Scottie
A peggiorare ulteriormente la situazione c'è la scoperta, da parte di Matt, di un segreto su Elizabeth: la figlia maggiore Alex (la Shailene  Woodley di La vita segreta di una teenager americana) ha scoperto che la madre aveva una relazione extraconiugale e questo aveva irrimediabilmente compromesso il rapporto madre-figlia portando un silenzio pesante e duraturo fra le due.

Il coma di Elizabeth, insomma, porta alla luce i dettagli scomodi di quella che era una normale e tranquilla famiglia, come se ne incontrano tante, e  obbliga i suoi membri non solo a riunirsi intorno alla tragedia ma anche a confrontarsi l'un l'altro senza scudi, senza difese, per tentare di risanare quello che è andato perduto da tempo.
A questo si collega la vicenda più grande del terreno di famiglia prossimo alla vendita per il bene di tutti i cugini King coinvolti, ma che sembra non essere la scelta migliore, almeno secondo Matt, che tentenna e prende tempo, e apre il grande discorso della responsabilità dei coloni bianchi e dell'amore per la propria terra.

La ricerca dell'amante della moglie sarà la casuale occasione per Matt di avvicinarsi alla figlia Alex e riuscire a condividere insieme uno dei momenti più importanti della vita di entrambi.
In una sorta di road trip fra le diverse isole hawaiane che coinvolge tutta la famiglia accompagnata dallo strano personaggio di Sid, un'amico di Alex corso in suo aiuto, la vicenda prosegue fra ironia, comicità, dure riflessioni, importanti decisioni che coinvolgono lo spettatore in un crescendo che culminerà solo con l'addio definitivo ad Elizabeth, che chiuderà tutto ciò che era rimasto ancora in sospeso e, insieme al dolore, porterà anche quella serenità che deriva dal non aver lasciato nulla d' intentato, nulla di non detto, ma di aver finalmente trovato il posto e la ragione per ogni cosa.

George Clooney lascia i panni del sex symbol per calzare mocassini e bermuda, perfetto nel ruolo del padre perso e poi ritrovato, Shailene  Woodley riesce a staccarsi dal ruolo che l'ha resa famosa e interpreta in modo convincente la ragazza problematica in conflitto con i genitori sulla via della perdizione, un cast insomma che si adatta facilmente alla pellicola dando ai suoi personaggi quella profondità di cui la storia ha bisogno.

Se non si fosse capito... il film mi è piaciuto e lo consiglio con entusiasmo.
La data di uscita è prevista per il 24 Febbraio 2012 in Italia.

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Ora sono anche su facebook :-)

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O.O

OMG... 900... Woooow :-D

domenica 11 dicembre 2011

Messaggio per i miei lettori - Message for my readers

Ciao a tutti!!
Voglio iniziare con il ringraziare tutti quelli che mi seguono da tanto, da poco e anche chi legge questo messaggio come prima cosa: sarebbe una baggianata dire che scrivo solo per me, no scrivo anche per voi che mi leggete, che mi commentate e che fate aumentare quel numerino in alto :-)
Vi scrivo anche per dirvi che ho istituito una mail collegata direttamente al sito: chi non gradisce lasciare commenti sotto i post può scrivermi li, vale anche per suggerimenti e insulti, se volete... preferirei i suggerimenti ma se proprio c'è stato qualcosa che non vi è andato giù... beh butterò giù il rospo e cercherò di farmene una ragione :-)

And now a message for my foreing readers (if i had ones): Thank you for joing my site and I understeand that is difficult for you look an italian blog so I decided to write something in english too: I just want to know how many of you visit my site so I can decide if is a good thing or not because for me is an additional work (and my english is not perfect as you can see...) but i'm glad to do this work for someone that is intrested so... let me know!! :-)

mikyocchiblu@gmail.com

50/50 (2012)

Joseph Gordon-Levitt è Adam, un tranquillo ragazzo 27enne che lavora alla radio insieme al suo migliore amico Kyle (Seth Rogen), vulcanico e irruente, vive con Rachel (Bryce Dallas Howard) la sua artistica e sensibile ragazza, fa sport e sta cercando di concludere un importante articolo per la sua stazione radio.
La sua vita viene stravolta quando gli viene diagnosticata una rarissima forma di cancro che lascia solo il 50% di possibilità di guarigione. 

Questa la trama spicciola di uno dei film più belli e degni di nota che chi scrive ha visto negli ultimi anni.
Ad ogni aspetto del film e della sua storia complicata viene riservata un'attenzione particolarissima che rende importanti anche dettagli che possono sembrare se non insignificanti quanto meno trascurabili. Come quando il medico che lo ha in cura comunica ad Adam la drammatica notizia: lo specialista si siede e, parlando al suo registratore, parte subito con una lunga e complicatissima disquisizione su come si potrebbe affrontare la malattia farcita di paroloni non degnando di uno sguardo il paziente che è di fronte a lui e senza lasciare il tempo al protagonista di capire e assorbire la verità: è un momento straziante poichè si legge nel volto di Adam, gradualmente, dapprima il diniego di quanto sta succedendo e poi, lentamente, la disperazione per quello che dovrà affrontare, e tutto questo senza l'aiuto di colui nelle cui mani sta mettendo, di fatto, la propria vita.

Uno dei momenti in cui Seth Rogen si scatena
Lo spettatore, da quel momento, segue passo dopo passo Adam in tutte le fasi del processo della malattia, la disperazione, la speranza, l'apatia, la rabbia.
Adam si accorgerà di chi è davvero importante nella sua vita e chi, invece, è solo di passaggio, riuscirà anche a riparare il rapporto con i suoi genitori, in particolare con la madre (Anjelica Huston), con cui erano distanti da tempo, vedrà la voglia di vivere in tutte quelle cose che per la sua ancora giovane età non ha fatto ma che ora, ora che sta per perdere tutto, gli sembrano esperienze fondamentali.

Ma questo è anche un film divertente. Sì, in questo film si ride e anche di gusto. Seth Rogen porta una comicità frizzante e mai scontata grazie a Kyle che usa un pò il cancro dell'amico per rimorchiare (e cerca in tutti i modi di convincere Adam a fare lo stesso), ma non solo. Questa ironia e questa comicità pervadono un pò tutti i personaggi, dai compagni di chemio di Adam che conoscono bene la vita e la malattia, alla psichiatra che lo segue (la Anna Kendrik della Twilight Saga), dottoranda al suo terzo paziente.
Anna Kendrik e Joseph Gordon.Levitt in una seduta di terapia
Tutto questo alleggerisce e lascia respirare la narrazione senza chiuderla nella bolla di dolore e tristezza che le storie legate al cancro portano con sè, ma allo stesso tempo il regista Jonathan Levine riesce a non impoverire o sminuire la malattia che resta sempre centrale e importante.



Un film che ti commuove (eh si, un pò ti commuove anche) e che ti fa ridere, ridere, ridere.



sabato 3 dicembre 2011

29° TFF, Jonathan Levine e Alexander Payne


La serata di ieri è stata semplicemente magica. Mi mancano le parole per descrivere con la giusta intensità quello che ho vissuto e quello che ho provato.






Jonathan Levine risponde alle domande del pubblico
Alle 19.30 ho assistito alla proiezione di 50/50 presentato dal regista stesso, Jonathan Levine (Fa la cosa sbagliata), un ragazzo umile e disponibile, quasi sorpreso di ricevere tanti applausi commossi per il suo strepitoso film e credetemi, quegli applausi se li meritava davvero tutti.
Ma andiamo con ordine...
Prima della proiezione Levine è stato presentato alla sala e con qualche divertente battuta in italiano ci ha lasciato alla visione.
Il film bellissimo, divertente, intenso ve lo racconterò in uno dei miei prossimi post, giuro!
Dopo il film, davanti ad un pubblico commosso ed entusiasta è iniziata la fare delle Q&A: Levine, divertente, carismatico e umile ha risposto a svariate domande del pubblico e della stampa facendo battute e dimostrando di essere ben lontano dall'immagine di artista/eletto/star che ci si potrebbe aspettare da un regista.
Un altro momento del Q&A
Ho avuto l'onore di essere seduta dietro di lui durante la proiezione, di parlargli e di avere il suo autografo sul biglietto prima di andare via: gli ho detto che il suo film era fantastico e lui mi ha risposto con un sorriso, ringraziandomi.
Un momento tenero e simpatico è stato quando una ragazza gli ha chiesto di autografarle il dvd del suo precedente film, Fa la cosa sbagliata: lui emozionatissimo per avere fra le mai la copia italiana di un suo film ha cominciato a fotografarla e a chiamare il suo entourage perchè potessero vederla.




Ma la mia serata non è finita qui.
Alexander Payne presenta il suo film
Alle 22 iniziava la proiezione di The Descendants, uno degli ultimi film di George Clooney, presentato dal regista Alexander Payne e qui, ragazzi, entrano in campo i pezzi grossi.
Mr Payne (Sideways, Election, A proposito di Schmidt, Paris je t'aime), è stato vincitore dell'Oscar e del Golden Globe nel 2005 e ha diretto ben 4 attori in performance nominate agli Oscar!
Anche lui ci spiega brevemente il film aggiungendo qualche battuta in italiano, ci lascia durante la proiezione per tornare a film concluso per rispondere alle domande del pubblico.
Anche lui risponde con battute e simpatia, si dimostra molto disponibile anche quando le domande non sono perfettamente pronunciate o quando c'è qualche errore.
Ormai si è fatto tardi, e per riuscire ad avere anche solo un autografo dobbiamo implorare il suo staff che cerca di portarlo via per una dormita ristoratrice (a quanto pare il povero Payne era in piedi dalle prime ore della giornata).
Ormai già rassegnata mi avvio verso l'uscita, qui però ritrovo Payne bloccato da alcune spettatrici che sono riuscite a fermarlo per una foto.
Io e Alexander Payne
Dopo un attimo d'esitazione, mi fiondo anche io verso di lui con la mia macchina in mano: con gli occhi da cucciolo speranzoso chiedo "Please, one more!!". Il signore dello staff mi guarda e sta già dicendo, "Per favore... è molto stanco... dobbiamo andare..." quando Alexander Payne in persona mi guarda e dice "No no, It's ok!".

E così si è conclusa una delle serate più incredibili, pazzesche, emozionanti della mia vita!!

martedì 29 novembre 2011

Snow White and The Huntsman (2012)

Vi lascio anche il link del mio primo articolo da collaboratrice... Fatemi sapere cosa ne pensate!!

http://www.recencinema.it/prossimamente/1676-snow-white-and-the-huntsman

E qui di seguito ecco il trailer del film

News news news

Ciao a tutti, manco da un pò e la cosa mi dispiace assai: purtroppo periodo esami, febbri, bronchiti riescono a buttare a terra chiunque!
Ritorno con qualche news, a dir la verità solo una ma che per me è bella grossa: da poco collaboro con un sito cinematografico davvero interessante ovvero Recencinema - Dove il cinema è cultura (http://www.recencinema.it/index.php): se non per i miei articoli (che per ora sono proprio pochini) vi consiglio davvero di darci un'occhiata è interessante e completo... ma io sono di parte... però merita davvero e in fondo fare click sul link (ahahah) e guardare non costa nulla no??
Bene detto questo vi lascio con la promessa di post nuovi nuovi nei prossimi giorni :-)

martedì 15 novembre 2011

This Must Be The Place (2011)

Un film intangibile, che non si può afferrare facilmente e farlo proprio al primo istante. Una storia non convenzionale che ti cattura lasciandoti al tempo stesso grandi zone d'ombra insondabili e molte domande senza risposta.
A mio parere è un film che non si possa definire "bello": troppo limitativo.
Intenso, questo sì, atipico, coinvolgente forse, ma non "bello". Perchè la storia di un figlio che non riesce a dire addio al padre con cui non parla da trent'anni non è "bella"; la vita di un'ex rock star che diventa inesorabilmente noiosa in questo nuovo millennio dove tutto ciò che ha fatto storia è ormai vecchio e privo d'interesse non è "bella"; lo spaesamento di una persona che non è mai cresciuta veramente, che ha avuto tutto dalla vita e che ora non sa che farsene di quel tutto non è "bello", come non è bello l'Olocausto e il suo orrore che ancora impregna e corrode questo mondo. Ma tutto questo contribuisce a creare, a mio parere, un gran film che ha sicuramente qualcosa da dire e che farà sicuramente parlare di sè a lungo.
Il cast condisce con sapore questa vicenda scivolosa come il sapone, così diversi gli uni dagli altri, quasi rappresentano la complessità e la totalità del genere umano. E' un film on the road ma non solo: diviso praticamente in due parti, nella prima impariamo a conoscere i personaggi con i loro fantasmi e le loro debolezze, su cui il regista si dilunga particolarmente, poi il film cambia direzione, svolta sulla classica strada asfaltata che si staglia , simbolo perfetto del viaggio alla ricerca di sè, davanti al protagonista che non sa più chi è.
Protagonista che qui è in missione per conto del padre morto ed ecco che nella vicenda irrompe quell'orrore tante volte raccontato, visto e studiato ma quanto mai inaccettabile dell'Olocausto: la ricerca del nazista che fu carnefice del padre diventa crescita e nuova coscienza di se (come dimostra il rapporto del protagonista con il fumo, vizio da "grandi").
Un Sean Penn magistrale giuda questo film in un ruolo così fuori dagli schemi che intenerisce e allo stesso tempo inquieta un pò. Ma degne di nota sono anche le interpretazioni di Frances McDorman, una strepitosa e vulcanica moglie-mamma, che sembra incastrarsi perfettamente con il suo strano marito e insieme danno una concezione del tutto nuova alla parola "amore", e di Judd Hirsh, che passa senza stonature dal tenero e amorevole papà Eppes di "Numb3rs" allo spietato cacciatore di nazisti (ma soprattutto dei loro denti) Mordecai, aiutante suo malgrado di Penn.



domenica 13 novembre 2011

Drive (2011)

Un film sorprendente che riesce a evidenziare egregiamente i suoi punti di forza. In una storia che a raccontarla si direbbe il classico clichè della maggior parte dei film d'azione degli ultimi tempi (l'amore ostacolato e difficile, il ragazzo che vive ai limiti della legge e che si ritrova invischiato in un giro malavitoso più grande di lui, vendetta, passione e tentativo di sopravvivenza) troviamo invece qualcosa di totalmente diverso, inusuale e insolito, che ti prende ma da cui allo stesso tempo vorresti fuggire. Si perchè è un film che racconta la vicenda senza peli sulla lingua, senza edulcorare nulla, presentandoti positivo ma soprattutto negativo così come appare. Questo è ben espresso dalle numerose scene di violenza che scandiscono quasi ritmicamente tutto il film , segnando l'escalation della vicenda e il suo muoversi verso un'amara seppur speranzosa conclusione: il regista non ci risparmia nulla, quasi scivolando nello splatter tutto ci viene fatto vedere e, sebbene io stessa in certi casi mi sia chiesta perchè avere davanti agli occhi la faccia frantumata di un sicario, credo che per la struttura del film quelle scene siano una sorta di colonna portante, perchè in fondo nella vita reale non abbiamo una camera che glissa sulle scene scomode della vita. Inoltre quella violenza segna e disegna il personaggio principale, il Driver senza nome e, sembra, senza quasi identità (è ufficialmente uno stuntman che porta una maschera durante le sue scene) che si afferma nell'amore quasi raggiunto e poi perso per la dolce vicina di casa e suo figlio e nella disperata e violenta ricerca di tornare alla normalità dopo essere stato suo malgrado parte di un ingranaggio criminale che ora cerca di schiacciarlo.
Luce e musica sembrano essere anch'esse dei personaggi che arricchiscono questa storia: da notare come nell'ascensore la luce si focalizzi solo sui due amanti durante l'unico, passionale e tragico bacio dei protagonisti o come la musica entri dentro la storia stessa quando ci rendiamo conto che quella canzone che accompagna le riflessione del Driver non è altro che la colonna sonora della festa di bentornato che si svolge nell'appartamento accanto, caricando tutta la scena di tristi significati.
Gli attori si modellano perfettamente in questo film arido di dialoghi, dove tutto è lasciato all'espressività e i silenzi si fanno più pesanti e più importanti delle parole, dove è il non-detto l'importante, ciò che fa più rumore, ciò che muove la vicenda.
Credo sia superfluo dire che il film mi sia piaciuto, lo consiglio ovviamente a tutti ma se state cercando un film alla "Fast&Furios" con adrenalina e belle donne, inseguimenti e battute di spirito, beh, questo non è il film che fa per voi, perchè oltre ai motori c'è di più. :-)


venerdì 14 ottobre 2011

What's New

E ora anche le ultimissime novità :-)

This Means War


Marvel's The Avengers



What's New

Eccomi di nuovo con una lista di trailer da consigliarvi: spero vi piacciano e ditemi pure cosa ne pensate!! ;-)


We Bought a Zoo


The Help 


Margin Call


New Year's Eve


Premium Rush


mercoledì 12 ottobre 2011

Take Me Home Tonight (2011)

Il film mi è piaciuto. Anche qui devo fare una premessa delle mie: vado matta per i film degli anni 80, soprattutto quelli di John Hughes o simili dove tutto può succedere e la vicenda si risolve in un romanticismo spesso irreale ma di cui tutti abbiamo bisogno ogni tanto nella vita.

E questo film è così: c'è il ragazzo intelligente ma un pò sfigatello (Topher Grace) che dopo anni è ancora innamorato della sua cotta del liceo.
Qui però non ci troviamo davanti ragazzi brufolosi e insicuri ma ragazzi ormai adulti che si trovano a dover affrontare il necessario passaggio nel duro mondo del lavoro post laurea anche se l'insicurezza liceale è ancora li pronta a ghermire la sua preda e a farle fare un viaggio indietro del tempo.

Si, perchè alla fine dallo status del liceo non si sfugge mai o almeno così sembra: si ripropongono gli stessi clichè, le stesse relazioni, gli stessi tipi e se sei uno sfigato rimani tale... o forse no?

Matt (Grace) dopo aver concluso con successo l'MIT si ritrova a lavorare nella videoteca del centro commerciale in attesa di sapere cosa fare della sua vita, non è infatti sicuro che ingegneria sia la sua strada.
E' in questo momento, dopo la pausa estiva e quando la routine quotidiana dovrebbe ricominciare, che fa il suo ritorno in città Tori Frederking (Teresa Palmer), la cotta adolescenziale di Matt e mai dimenticata.
Il fortunato incontro avviene proprio nella suddetta videoteca, dove Matt, quasi con fare da prestigiatore, riesce a non far scoprire a Tori la sua vergognosa attività, e anzi, ottiene un semi appuntamento per la sera stessa, a una festa grandiosa che si tiene tutti gli anni per gli ex allievi.

E' così che inizia la serata della vita di Matt, dove tutto può succedere e tutto succederà, insomma una di quelle serate che ti cambiano la vita per sempre.
Ovviamente Matt non sarà da solo ad affrontare questa avventura di conquista ma avrà al suo fianco l'amico di sempre Barry (Dan Fogler), appena licenziato dal concessionario a cui aveva dedicato la sua giovinezza e in piena fase di recupero-degli-anni-persi, e la sorella Wendy (Anna Faris), che sogna di volare oltre oceano per un master di scrittura ma è frenata dal suo fidanzato storico Kyle (Chris Pratt) che continua perfettamente a vivere come se fosse la star del liceo.

Così la serata prende vita fra furti, delusioni, cocaina, sesso, sfide di ballo, amori che nascono e amori che finiscono.

Così alla fine di quell'unica, incredibile notte nulla sarà più come prima, soprattutto la consapevolezza e la coscienza di sè dei personaggi.

Un film in perfetto stile John Hughes, dove romanticismo, sogni, paure, aspettative si mescolano per creare qualcosa di magico e irripetibile per one night only.  Il fatto però che qui ci troviamo davanti ragazzi già laureati e non adolescenti sognanti cambia le carte in tavola, perchè qui si tratta della vita vera, del futuro che attende tutti noi una volta lasciati i rassicuranti banchi di scuola, delle scelte che ci tocca fare senza avere la sicurezza che siano quelle giuste. E allora si sprigiona la voglia di magia che è un pò in tutti noi, la speranza che almeno per una sera tutto vada esattamente come debba andare e che se anche si scivola fuori dai binari le cose volgeranno per il meglio, almeno per una notte soltanto.


martedì 11 ottobre 2011

What's New

Ho pensato di condividere con voi alcuni dei trailer dei film di prossima uscita che mi ispirano particolarmente, se poi riuscirò a vederli in anteprima vi metterò anche la mia personale recensione!!
Spero apprezziate!!

Tower Heist


One for the Money



Best Exotic Marigold Hotel



J. Edgar



The Raven

domenica 9 ottobre 2011

Crazy, Stupid, Love (2011)

Sono da poco riuscita a vedere questo film e devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa.
Come al solito mi tocca una premessa: io il film l'avrei visto comunque poichè adoro Ryan Gosling (come credo di aver già detto) e qui si cimenta in un ruolo che è un pò diverso da quelli a lui abituali.

La trama è semplice: l'amore visto e analizzato nelle sue varie fasi da quella dell'innamoramento adolescenziale ai problemi di coppia nel matrimonio.

Aprono la vicenda Steve Carell e Julianne Moore, coppia da tempo sposata ora in crisi, che raggiunge il punto di rottura quando lei confessa il tradimento lasciando lui del tutto annientato.
Da qui prende il via la vicenda, con i due protagonisti che cercano di far funzionare questa nuova condizione di separati anche se si percepisce che per entrambi non è ancora finita.
Cal (Carell) non riesce però ad adattarsi a questa nuova condizione e passa le sue serate in un locale molto chic a tormentare chiunque gli si avvicini raccontandogli senza economia di particolari le sue disavventure matrimoniali.
E' qui che entra in scena il magnifico Jacob (Gosling), affascinante e misterioso ragazzo a cui sembra che nessuna donna possa resistere, che, impietosito, diventa il suo guru per l'abbordaggio da bar.
Da qui inizia la trasformazione di Cal, che mantiene, però, sempre il desiderio di poter tornare un giorno con la sua adorata anima gemella.

Intanto assistiamo alle prime delusioni d'amore del giovane figlio di Cal, innamorato non corrisposto della sua babysitter, e al tentativo da parte di Emily (Moore) di crearsi una nuova vita con David Lindhagen (Kevin Bacon), il collega con cui aveva tradito suo marito.
Persino il granitico Jacob non sarà immune alla freccia di Cupido quando incontrerà Hannah (Emma Stone), ragazza atipica che sembra essere l'unica immune al suo fascino.

La vicenda prosegue così fra romanticismo, colpi di scena e situazioni davvero esilaranti e la storia intraprende spesso risvolti che lo spettatore non si aspetta, elevando così il film dalla massa di commedie romantiche con il classico lieto fine e lo rende davvero meritevole di essere visto.

Il cast è poi di prim'ordine: sorvolerò sulla mia adorazione per Ryan Gosling (vedi profili), Steve Carell e Julienne Moore sono scoppiettanti e atipici, Emma Stone riesce ad infondere al suo personaggio un qualcosa in più conquistando il pubblico soprattutto con il suo allontanarsi dai clichè di certi ruoli; più in generale i personaggi sono a tutto tondo e non rappresentano soltanto un tipo ma portano una sorta di quotidianità nella pellicola.

Seppur non sia certamente un film da Oscar, colpisce per la sua capacità di entrare nel quotidiano dell'amore presentandone le varie sfumature che si distaccano dall'ideale fiabesco a cui troppo spesso le commedie romantiche ci hanno abituato.

Un film divertente e non convenzionale che consiglio a tutti.

Scozia on the road .... Part 4

Eccomi di ritorno on the road dopo questa pausa!!

5 Giorno


Doune Castle
La giornata non inizia nel migliore dei modi, infatti dopo la bella giornata felice e soleggiata del giorno precedente oggi veniamo accolti dalla pioggia. Chiarimento: qui non si tratta della pioggerellina fastidiosa ma sopportabile di Londra, qui si parla di PIOGGIA scrosciante, che ti inzuppa in pochi minuti se non sei preparato a dovere (non devo neanche dirlo che io NON ero preparata a dovere, vero?).
In ogni caso quando arriviamo al Doune Castle siamo già leggermente demoralizzati forse, e questo non ci fa molto onore, principalmente all'idea di scendere dalla macchina.
Ora, non so se a causa del tempo, non so se ci eravamo svegliati male, fatto sta che il Doune non ci è piaciuto molto.
La cosa mi spiace assai anche perchè avevo scelto io di visitarlo, beh a mia discolpa posso dire che questa volta la mia Lonely Planet mi ha tratto in inganno: all'interno i locali originari sono stati lasciati spogli così si può capire bene come fosse strutturato il castello ma devo ammettere che non hanno un fascino particolare, soprattutto se messi a confronto con le belle stanze ristrutturate e allestite dell'Eilean Donan, ad esempio. Ma forse, ribadisco, noi siamo stati influenzati dal tempo nel nostro giudizio (difficile, ma tutto può essere).
In ogni caso si tratta di un castello famoso: qui infatti è stato girato il film "Monty Python & The Holy Grail" di Terry Gillian e Terry Jones, quindi credo che, almeno per gli appassionati, possa essere una visita interessante.

Tutta un'altra cosa è, ovviamente, la nostra tappa successiva: il Castello di Stirling.
Stirling Castle
(immagine da internet, a quanto pare la pioggia era
davvero troppa per fare foto)
Anche durante questa visita, purtroppo, pioveva, quindi non sono riuscita a godermela appieno, anzi dopo non molto ho sviluppato una grave forma di insofferenza all'acqua alleviata un pò da un buon cappuccino preso in una delle caffetterie all'interno del castello (ce ne sono tre).
Ciò che ha peggiorato la situazione è il fatto che questo bellissimo castello ha moltissimi ambienti da visitare che purtroppo non sono contigui l'uno all'altro quindi, in una giornata come quella che abbiamo trovato noi, sei costantemente esposto alle intemperie.
Nonostante questo la ricostruzione degli ambienti è davvero notevole e sembra davvero di immergersi nel passato, le mostre che sono state allestite poi sono davvero interessanti; il simbolo del castello, l'unicorno, è riprodotto un pò ovunque persino sulle tazze di carta per il mio cappuccino take away.
Unica pecca a cui però non si può porre rimedio è la quantità sovrumana di turisti che si affollano per i vari locali: sarà stata di sicuro complice la pioggia ma in alcuni momenti è stato davvero difficile godere appieno delle sale visitate. Come ho detto non si può porre rimedio: il castello di Stirling è probabilmente il secondo come importanza e affluenza di tutta la Scozia quindi ho paura che chi lo visita si debba mettere il cuore in pace.

Tipica Full Scottish Breakfast al Nicky's Tam
Una piacevole pausa dalla pioggia l'abbiamo trovata al Nicky's Tam un locale davvero carino e caratteristico posto proprio sulla via che sale al castello. E' facilmente riconoscibile dal suo logo: un fantasmino in kilt.
Qui abbiamo avuto modo di fare un pranzo davvero ricco e soddisfacente restando comunque contenuti nel budget; il personale poi è davvero amichevole e cordiale. Insomma ci siamo trovati proprio bene!

Lasciamo il centro di Stirling per dirigerci verso il monumento eretto a William Wallace.
Usciti dal Nicky's Tam il tempo è leggermente migliorato questo vuol dire che la pioggia non era più costante ma andava e veniva lasciandoci anche lunghi momenti di respiro senza ombrello e/o k-way e spensieratezza.
William Wallace Monument
Noi abbiamo scelto una via di mezzo, un percorso non troppo lungo nè particolarmente accidentato e ben presto ci siamo trovati davanti l'impressionante torre che si stagliava contro un cielo sì pieno di nuvole (come si vede bene della foto) ma comunque molto suggestivo.
Sul luogo vi era anche un signore molto simpatico che con un costume d'epoca raccontava in modo molto concitato e con l'aiuto di vari oggetti, fra cui spade e asce, la gloriosa vicenda del paladino di Scozia.

Di nuovo in viaggio ci dirigiamo verso una delle mete clou del viaggio: la mia tanto amata e tanto aspettata Edimburgo.
Lasciamo la macchina in un parcheggio fuori città poichè girare Edimburgo in auto è pura follia. Da li prendiamo un pullman per il centro che ci lascia davvero vicino al nostro ostello, il Central Hostel, che a me ha fatto davvero una buona impressione: la camera non grandissima era pulita e funzionale con la grande particolarità di avere doccia, wc e lavandino in tre postazioni differenti. Il letto in particolare è stato all'altezza delle mie aspettative.
Vicino al nostro ostello abbiamo trovato anche un supermarket abbastanza fornito così abbiamo fatto una spesuccia mirata e ci siamo cucinati la nostra cenetta.
Dopo cena volevamo raggiungere a piedi il centro, non troppo lontano, ma ovviamente aveva ricominciato a piovere così abbiamo dovuto trovare rifugio in un pub davvero particolare che ci ha attirato soprattutto per il nome, The Conan Doyle, e per l'ambiente caldo e accogliente che si vedeva dalle grandi vetrate.
The Conan Doyle Pub
Devo ammettere che ci siamo fatti un pò di scrupoli per entrare poichè la pioggia e quasi una settimana di viaggio on the road ci avevano donato l'aspetto di profughi rifugiati ma devo dire che nonostante il nostro aspetto siamo stati accolti, certo magari non nel più caloroso dei modi, e abbiamo potuto passare il resto della serata lontano dall'acqua che scendeva sempre più imperiosamente.
Vi lascio con una foto trovata in rete di questo pub (come potete immaginare non abbiamo avuto modo di fare molte fotografie).

venerdì 30 settembre 2011

Persepolis (2007)

Cosa dire di questo film? Semplicemente sbalorditivo.
Ricordo perfettamente quando l'ho visto, a casa della mia amica metà francese (l'altra metà è marocchina e un'altra metà ancora italiana... lo so, come proporzioni non ci stiamo ma è così), in una tranquilla serata in cui dovevamo semplicemente rilassarci davanti a un film che ci sembrava certo bello ma non eravamo assolutamente preparate a quello che avremmo visto.
Ricordo che alla fine del film abbiamo continuato a fissare lo schermo su cui ormai passava il logo del dvd player, incapaci di commentare quello che avevamo appena visto. Un momento surreale. Ci sembrava che ogni parola, ogni commento, ogni osservazione potesse intaccare la grandezza del film appena finito.
Poi ci siamo riprese e l'afasia è passata, ma ancora oggi il pensiero di questo film mi provoca qualche problema ad esprimermi.

Un fumetto che racconta gli orrori della guerra, con gli occhi di una bambina che quella guerra la vede penetrare all'interno della sua famiglia e del suo quotidiano; una guerra che cambia le regole e una bambina che cresce rendendosi sempre più conto di quanto queste nuove regole possano essere soffocanti.

Fa impressione vedere i morti di una manifestazione disegnati con semplici tratti in bianco e nero.
E con che delicatezza e ironia viene spiegato come si è arrivato a quella guerra, gli errori commessi e i responsabili il tutto messo in scena da figure che sembrano uscite da un teatro di marionette.

Candido come la neve, terribile come la morte, profondo come un mare sconosciuto.

Una storia che ti entra dentro e non ti molla più, soprattutto se pensi che tutto ciò che vedi è accaduto realmente in un passato che abbiamo vissuto e che non è troppo distante da noi.

Una protagonista frizzante anche nei momenti più bui della sua vita, che racconta con un'ironia condita da tristezza la sua gioventù anomala, fra rivoluzioni, guerra e storie d'amore.

A Teheran nel 1978, si respira aria di cambiamento, lo Shah, ovvero l'imperatore,  è ormai sul punto di cadere dopo aver spinto il suo popolo oltre il limite con soprusi e ingiustizie. La famiglia di Marjane è particolarmente attiva per questo cambiamento e vive con gioia ed entusiasmo queste novità che sembrano portare qualcosa di migliore.
Ma ben presto il clima cambia, alle rivolte lo Shah risponde con l'esercito e giovane sangue rivoluzionario macchia le strade della capitale. Tuttavia la rivolta continua, i prigionieri politici incarcerati dall'imperatore vengono liberati, le famiglie si riuniscono con un sospiro di sollievo: il peggio è passato.

Ma il peggio non è passato affatto poichè il governo che prende ora il potere è ancora più repressivo di quello dell'imperatore, cambia totalmente faccia all'Iran e rimette in carcere quei dissidenti rivoluzionari che avevano osato opporsi all'imperatore, prigionieri che non faranno più ritorno a casa.

Da qui la vita di Marjane cambia radicalmente, come quella di tutto il Paese, e iniziano le sue avventure di adolescente divisa fra l'amore per il proprio Paese e per la sua famiglia e la certezza che per lei, a Teheran, non c'è la possibilità di un futuro libero.

La sua vita prosegue così fra Vienna, l'università, il matrimonio, la Francia, frenetica, nostalgica, divertente, terribile, malinconica, coraggiosa, rassegnata, determinata.

Un film che diventa parte di te, ricordandoti che la guerra non sono solo immagini a un telegiornale ma è fatta di persone che possono perdere tutto, anche la vita, persone che hanno ideali che a volte non bastano per una vita migliore, ma soprattutto che una guerra non finisce necessariamente con i trattati di pace, che una guerra può ancora nuocere dopo molto tempo e i cui viscidi tentacoli di morte possono raggiungere qualsiasi cosa.